Versi latini e volgari in morte di Orazio Farnese (1553)
Contenuto principale dell'articolo
Abstract
Nel luglio 1553 Orazio Farnese, fratello minore di Alessandro e Ottavio, muore combattendo al fianco dell’esercito francese contro le truppe imperiali di Carlo V. Il tragico evento stimola, tra Italia e Francia, la stesura di numerosi testi d’occasione volti a celebrare il duca prematuramente scomparso. Il saggio censisce e prende in esame questa folta produzione, in parte sommersa, pubblicando alcune testimonianze finora sconosciute allo scopo di ricostruire i canali di trasmissione e diffusione dei versi nelle settimane successive alla morte di Orazio. A emergere, in vari casi, è la tendenza degli scrittori a influenzarsi tra loro e a sviluppare temi affini, con una piena sinergia tra il fronte latino e quello volgare. In Francia la produzione si concentra ad Avignone ma coinvolge anche poeti dal calibro di Joachim du Bellay, Michel de L’Hôspital e Denis Lambin. In Italia figure legate da una lunga fedeltà ai Farnese come Giovanni Della Casa e Annibal Caro compongono versi per l’occasione e l’eco sollevata dall’evento giunge anche in un centro più marginale come Siena, che serba tra gli altri documenti un codice latore dei versi scritti da Bernardo Tasso in questa circostanza: di particolare interesse è un sonetto inedito a lui riconducibile e un altro testo che potrebbe rimandare al monumento funebre di Orazio eretto nella cittadina francese di Abbeville.
Dettagli dell'articolo
Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.