«Non sarà in tutto il don vile e selvaggio»: poesia d’encomio per nascite e guarigioni alla corte dei Farnese
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Abstract
Il presente contributo è dedicato allo studio dei testi poetici composti tra la metà del Cinquecento e la metà del Seicento per celebrare le nascite dei membri della famiglia Farnese e le loro guarigioni, intese come rinascite da uno stato di malattia. I testi analizzati sono generalmente privi di riflessioni filosofico-morali, che avrebbero potuto sorgere dalla materia trattata, e tendono quasi esclusivamente alla lode dei destinatari, lode che declinano in molte forme. Nel corso dell’arco cronologico considerato si può osservare, infatti, che le poesie (soprattutto quelle per nascita) vengono prima inserite come composizioni singole in canzonieri e raccolte poetiche di vario argomento e poi appaiono riunite all’interno di plaquette commemorative che, a partire dai primi decenni del Seicento, tendono a fotografare i più ampi festeggiamenti messi in scena per celebrare un evento di cui le liriche costituiscono solo una parte, dimostrando così come nel corso del diciassettesimo secolo queste forme di poesia encomiastica si allineano alle altre tipologie celebrative, proprie dell’estetica e della cultura commemorativa barocca tout court.
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