«Les Chemins du Hasard Ténébreux». Il mito del viandante solitario tra Frénaud e Caproni

Contenuto principale dell'articolo

Francesco Vecchi

Abstract

Caproni and Frénaud’s relationship overcame their mutual literary appreciation, despite the Italian poet’s disclaimers and denials. Nevertheless, many critics remarked several similarities between their works. Thus, the main aim of this essay is to underline how Frénaud’s first collections of poems, Les rois mages especially, may have inspired some features of the Passaggio d’Enea. Both myths, indeed, express bewilderment, a lack of certain information to accomplish the trip and a general stoic attitude towards the context coming from World War II. More precisely, it seems that Frénaud’s Three Wise Men have played a leading role in shaping the capronian Aeneas, sharing with the classical hero a similar human condition, which is that of a lonely and anxious pilgrimage with no end. Overall, it appears quite probable that Caproni embraced the most iconic elements of Frénaud’s poetry with an anti-hermetic function, choosing to pursue an active though tragic philosophical stance.

Dettagli dell'articolo

Biografia autore

Francesco Vecchi

È studente al quarto anno del corso ordinario in Letteratura e Filologia moderna, Linguistica. Si è occupato prevalentemente di letteratura italiana contemporanea con prospettiva metrica e comparatistica, facendo qualche carotaggio nel panorama della poesia per musica. Dopo aver sondato alcune mutuazioni pavesiane da Sherwood Anderson e William Faulkner, ha approfondito il rapporto poetico tra Caproni e Frénaud, da cui sono nati l’articolo pubblicato sul presente volume degli «Annali» e un contributo negli imminenti atti del convegno Tutti riceviamo un dono. Recentemente, ha vagliato la presenza di ritmi classicheggianti nell’endecasillabo pascoliano dei Canti di Castelvecchio, con risultati di prossima pubblicazione, e la forma del romanzo metastorico nell’opera di Sciascia.