Ripensare il ninfeo di Amman: ipotesi alternative alla tradizionale identificazione dell’edificio

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Antonio Dell'Acqua
https://orcid.org/0000-0002-8697-3115

Abstract

Nel corso del XIX secolo i viaggiatori che si recavano nell’allora pressoché disabitata Amman descrivevano la grandiosità dei resti di un edificio nei pressi di uno wadi attribuendone svariate funzioni. Solo agli inizi del secolo successivo avviene l’identificazione dei ruderi con quelli di un ninfeo romano. Tale identificazione permane ancora oggi, anche se l’edificio non è mai stato indagato architettonicamente né archeologicamente. Il presente contributo affronta l’analisi della decorazione architettonica e dei pochi elementi scultorei superstiti per avanzarne una cronologia tra l’ultimo decennio del II e il primo ventennio del III sec. d.C. e ipotizza che ciò che resta dell’edificio fosse la quinta scenografica di una piazza.

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Biografia autore

Antonio Dell'Acqua, Università di Udine

Antonio Dell’Acqua è Ricercatore (RTT) e Marie Skłodowska-Curie Fellow. Le sue ricerche sono rivolte ad indagare l’urbanistica, l’architettura e gli scambi culturali nel mondo grecoromano. Ha pubblicato una monografia sulla decorazione architettonica di Brescia romana (2020) e una seconda sul culto di Venere in Cisalpina (2024).