La fabbrica dell’intelligibile. Il problema estetico in Claude Lévi-Strauss
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Abstract
Il ruolo dei problemi estetici nel pensiero di Claude Lévi-Strauss è stato a lungo trascurato o ridotto a preoccupazioni interne a una teoria dell'arte. Lungi dall'assegnare all'estetica una funzione ornamentale della teoria e ai fenomeni estetici uno spazio periferico delle organizzazioni sociali, Lévi-Strauss considera la percezione estetica come una condizione fondamentale dell'esistenza umana e offre spunti preziosi per un'indagine più generale del suo ruolo nei processi di produzione culturale. L'articolo si propone di far emergere la virtualità inespressa del pensiero estetico di Lévi-Strauss come modello per la ricerca attuale sui fenomeni estetici. In primo luogo, seguendo l'esortazione di Lévi-Strauss a pensare l'estetica nei termini di una logica del concreto che produce ordini di intelligibilità all'interno del sensibile; quindi, inaugurando un dialogo tra l'indagine lévi-straussiana sulle operazioni logiche del pensiero selvaggio e gli attuali approcci alle funzioni estetiche della cognizione nel quadro dell'evoluzione umana.
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