ANNALI SCUOLA NORMALE SUPERIORE - CLASSE DI LETTERE E FILOSOFIA
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<p><strong>Fondati nel 1873, gli Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia</strong> sono una delle più antiche e prestigiose riviste italiane, luogo di incontro delle attività di ricerca e di studio coltivate alla Scuola Normale nell’ambito delle discipline umanistiche.<br />Attualmente distribuiti nelle principali biblioteche, istituti universitari e di cultura italiani e stranieri, gli Annali sono fra i periodici specializzati che godono di più seria considerazione e costituiscono un punto di riferimento per studiosi e amanti della cultura umanistica.</p> <p>ISSN 0392-095X (print)<br />ISSN 2464-9201 (online)</p>Scuola Normale Superiore - Edizioni della Normaleit-ITANNALI SCUOLA NORMALE SUPERIORE - CLASSE DI LETTERE E FILOSOFIA0392-095XAbbreviazioni bibliografiche
https://journals.sns.it/index.php/annalilettere/article/view/6267
Chiara Michelini
Copyright (c) 2023
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2024-03-082024-03-08223243Lo scavo-scuola 2022
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<p><span style="font-weight: 400;">La campagna di scavo 2022 si è concentrata sul settore occidentale del santuario, al fine di definire meglio i limiti e le strutture del lato nord occidentale del tempio: la trincea di fondazione dei blocchi corre parallela al lato settentrionale dell'edificio sacro, sebbene il posizionamento dei blocchi sia oggi leggermente diverso. La struttura funge da muro di contenimento e terrazzamento. Nuovi dati archivistici e grafici ci hanno spinto a rivolgere l'attenzione al tempio e alla definizione dello spazio interno: sembra plausibile individuare una sorta di </span><em><span style="font-weight: 400;">adyton </span></em><span style="font-weight: 400;">nella parte occidentale della cella; le scale e lo spazio sacro sono stati concepiti fin dalla prima fase dell'edificio. I materiali archeologici provenienti dalla trincea presso l'altare hanno fornito dati significativi sulla cronologia del santuario; inoltre, l'indagine nel settore nord-orientale dell'altare ha fornito ulteriori informazioni sulla tecnica e sulla sequenza di lavorazione del monumento. </span></p>Gianfranco Adornato
Copyright (c) 2023 Gianfranco Adornato
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2024-03-082024-03-0832310.2422/2464-9201.202302_s01Lo scavo dell’altare del tempio D (saggio 6)
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<p><span style="font-weight: 400;">Il presente lavoro presenta i risultati delle indagini archeologiche condotte nel 2022 presso l'altare del Tempio D. Le attività di scavo si sono concentrate nell'area in cui era situata la mensa dell'altare. Gli strati hanno restituito manufatti di epoca arcaica e classica, tra cui offerte votive frammentarie come vasi in ceramica e statuette in terracotta. Le indagini stratigrafiche hanno permesso, da un lato, di comprendere meglio le tecniche di costruzione dell'altare di epoca classica e, dall'altro, di identificare un precedente uso religioso dell'area durante il periodo arcaico.</span></p>Germano SarconeGiulietta Guerini
Copyright (c) 2023 Sarcone Guerini
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2024-03-082024-03-08254710.2422/2464-9201.202302_s02Nuovi dati dal settore a Ovest del tempio D
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<p><span style="font-weight: 400;">Il settore a ovest del Tempio D, posto sulla propaggine meridionale della collina dell’antica Akragas, era rimasto finora escludo dal dibattito scientifico. Questo contributo offre i primi risultati delle ricerche archeologiche condotte nel 2022 come prosecuzione della fortunata campagna di scavo dell’anno precedente. Lo studio si concentra principalmente su due strutture murarie in grandi blocchi di calcarenite, per comprenderne la tecnica costruttiva, la cronologia, i rapporti funzionali e topografici esistiti con il vicino tempio dorico. Le evidenze emerse durante le indagini restituiscono interessanti dati sull’occupazione del santuario tra età tardo-arcaica e l’impianto del grande cantiere per la costruzione del tempio dorico del V secolo a.C. </span></p>Francesca D’Andrea
Copyright (c) 2023 D'Andrea
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2024-03-152024-03-15495910.2422/2464-9201.202302_s03Lo scavo nell’angolo SudEst del tempio D (saggio 8)
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<p><span style="font-weight: 400;">Il contributo presenta i risultati del saggio di scavo (8) eseguito, durante la campagna di indagini del 2022, presso l’angolo sud orientale del Tempio D di Agrigento, tra lo stereobate e la gradinata antistante all’edificio sacro. Per la prima volta su base archeologica, lo scavo ha fatto luce sulla cronologia, sulle fasi edilizie e sulla tecnica costruttiva delle fondazioni. L’analisi dei reperti ceramici rinvenuti nei livelli di riempimento delle fondazioni fornisce un termine cronologico per l’inizio dei lavori dell’edificio sacro. L’analisi delle statuette fittili votive, portate alla luce nel medesimo contesto, consente di comprendere alcuni inediti aspetti delle attività rituali, praticate nell’area nelle fasi antecedenti alla sua monumentalizzazione, e di individuare le caratteristiche della divinità titolare del culto.</span></p>Giulio AmaraGiuseppe RignaneseGiulia Vannucci
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2024-03-082024-03-08618310.2422/2464-9201.202302_s04Nota su due terrecotte architettoniche dal Museo Archeologico Regionale «Pietro Griffo»
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<p><span style="font-weight: 400;">Il contributo presenta una terracotta architettonica esposta al Museo Archeologico «Pietro Griffo» di Agrigento e mira a chiarirne la provenienza attraverso la consultazione degli inventari e degli archivi del museo. Il manufatto è simile a un altro di provenienza incerta: entrambi gli elementi architettonici sono </span><em><span style="font-weight: 400;">kalypteres hegemones</span></em><span style="font-weight: 400;"> del tetto di un edificio sacro di epoca arcaica della città di Akragas (fine del VI – inizi del V secolo a.C.). L'</span><em><span style="font-weight: 400;">addendum</span></em><span style="font-weight: 400;"> sui due manufatti mira a definirne correttamente l'uso e la collocazione e propone infine una ricostruzione del tetto dell'edificio sacro.</span></p>Cristoforo GrottaGiuseppe Rignanese
Copyright (c) 2023 Cristoforo Grotta, Giuseppe Rignanese
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2024-03-082024-03-08859410.2422/2464-9201.202302_s05Separarsi dall’antico. Agrigentum Kerkent Girgenti
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<p><span style="font-weight: 400;">Tra i continui rivolgimenti politici e sociali del medioevo, la Sicilia viene più volte occupata da genti straniere che ne modificano cultura e costumi, a volte scompaginando gli assetti abitativi delle antiche città. A questo fenomeno non è estranea Agrigento: essa assiste all’alternarsi di domini di etnie diverse, dai romani ai vandali, bizantini, musulmani, normanni, mutando il suo nome, che da </span><em><span style="font-weight: 400;">Agrigentum </span></em><span style="font-weight: 400;">diviene </span><em><span style="font-weight: 400;">Kerkent </span></em><span style="font-weight: 400;">e infine </span><em><span style="font-weight: 400;">Girgenti. </span></em><span style="font-weight: 400;">L’insediamento urbano si modifica e, dalla valle in cui si era sviluppata la città greco-romana, si sposta a Nord, sul colle ‘di Girgenti’. Argomento del contributo è la disgregazione della città greco-romana e l’insediarsi del primo nucleo di popolazione sulla collina fino al Trecento quando, con la potenza feudale dei Chiaromonte, le mura urbiche vengono ampliate inglobando le pendici sud-orientali del colle, ormai dunque interamente occupato.</span></p>Donatella Mangione
Copyright (c) 2023 Donatella Mangione
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2024-03-082024-03-089512010.2422/2464-9201.202302_s06Lo scavo dell’ephebikon (2021-23): una sintesi, in prospettiva
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<p><span style="font-weight: 400;">Viene presentata una sintesi dei risultati delle più recenti indagini lungo il lato meridionale dell'agorà di Segesta, avviando così una lettura complessiva della stessa. Le indagini hanno colmato una lacuna nella conoscenza di questo settore, permettendo di rivedere ipotesi precedenti. Particolare attenzione è rivolta all'</span><em><span style="font-weight: 400;">ephebikon</span></em><span style="font-weight: 400;">, il monumento così definito in una dedica iscritta su una base di statua conservata </span><em><span style="font-weight: 400;">in situ</span></em><span style="font-weight: 400;"> al suo interno. Questo termine ha aperto molte nuove prospettive di ricerca sul rapporto agorà/ginnasio e su molti altri aspetti storici e archeologici. L'edificio è ora leggibile nella sua intera articolazione architettonica, sia planimetrica che volumetrica; così come nel suo rapporto con la </span><em><span style="font-weight: 400;">stoa</span></em><span style="font-weight: 400;"> meridionale della piazza. L'iscrizione sul basamento attesta l'importanza dell'autorappresentazione familiare e personale delle </span><em><span style="font-weight: 400;">élites</span></em><span style="font-weight: 400;"> cittadine.</span></p>Carmine AmpoloMaria Cecilia Parra
Copyright (c) 2023 Carmine Ampolo, Maria Cecilia Parra
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2024-03-082024-03-0819922110.2422/2464-9201.202302_s09Area esterna dell’edificio medievale inferiore (SAS 1). Il fronte nord-occidentale dell’altura di q. 542 prima del Medioevo
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<p><span style="font-weight: 400;">Le indagini del 2022 hanno ampliato notevolmente la visione architettonica e funzionale del complesso sacro lungo il fianco nord-occidentale della q. 542. A nord, nei pressi di una cava di gesso, un edificio assiale a tre vani fu in uso fino alla fine del IV/inizio del III secolo a.C. Sugli strati detritici, una nuova frequentazione ebbe luogo tra la fine del III e il II secolo a.C. Sul lato meridionale, un grande spazio scoperto fiancheggiava questo edificio e, dopo un piccolo ambiente trapezoidale con un diverso orientamento, che seguiva il pendio della collina, una grande stanza mostrava una fila di piccole cavità nel terreno. Due cavità contenevano offerte votive intatte, tra cui una statuetta raffigurante Atena. Un incendio distrusse questo edificio tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C.</span></p>Alessandro CorrettiMaria Adelaide Vaggioli
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2024-03-082024-03-0812316610.2422/2464-9201.202302_s07La terrazza inferiore del complesso monumentale del vallone orientale (SAS 3/30). La campagna di scavo 2022: nuovi dati e problemi aperti
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<p><span style="font-weight: 400;">Si presentano i risultati degli scavi 2022 nella terrazza inferiore del </span><em><span style="font-weight: 400;">Thesmophorion </span></em><span style="font-weight: 400;">urbano. Le indagini sono state condotte sia nell'area destinata alle offerte votive di età proto-ellenistica, sia in quella limitrofa destinata alle attività di preparazione e consumo dei pasti. Lo scavo è proseguito anche presso la ‘vasca’ maggiore (cfr. </span><em><span style="font-weight: 400;">NotScASNP </span></em><span style="font-weight: 400;">2022, per una piccola vasca circolare), in attesa di un intervento volto a definire la natura del riempimento. È stata verificata anche la presenza di fasi precedenti di utilizzo di questa terrazza, ma è ancora difficile dire se siano riferibili a un uso sacro o residenziale. I nuovi dati indicano comunque con forza che il complesso monumentale si delinea sempre più come un santuario urbano di divinità ctonie, caratterizzato da espressioni rituali ben diverse da quelle note per il </span><em><span style="font-weight: 400;">Thesmophorion </span></em><span style="font-weight: 400;">suburbano di Contrada Petraro. </span></p>Chiara MicheliniMaria Cecilia Parra
Copyright (c) 2023 Chiara Michelini, Maria Cecilia Parra
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2024-03-082024-03-0816719510.2422/2464-9201.202302_s08Prefazione
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Anna Magnetto
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2024-03-082024-03-08VIIXI10.2422/2464-9201.202302_s10